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Re: [riminilug-general] Anche io darei un consiglio al governo




Il 08/05/2014 18:49, Andrea Urbinati ha scritto:
>
> Molto brevemente, ma sono disponibile ad approfondire con chi vuole.
>
> L'introduzione del SW libero è già previsto all'interno della pubblica
> amministrazione: addirittura nel caso esistano soluzioni libere
> concorrenti con quelle proprietarie allora si è obbligati ad
> utilizzare le soluzioni open.
>
> Però la situazione reale è molto complessa.
> Il problema per la PA non è il costo delle licenze (pensate che
> abbiano interesse a ridurli?) ma nella realtà dei fatti è impossibile
> ottenere una migrazione totale.
Anche io avevo sentito di questo obbligo, pero' a questo punto non mi e'
chiara la difficolta'. Ovvero: capisco che convertire l'attuale parco
macchine e software non avrebbe senso e sarebbe praticamente
impossibile. Pero' per i nuovi acquisti qual'e' il problema? Se una
legge impone questo (?) come e' possibile fare il contrario?  Va bhe che
siamo in italia.... pero' mi pare assurdo che si possano disattendere
leggi proprio all'interno delle pa, ammesso che tali leggi dicano
effettivamente questo e non lascino spazio a libere interpretazioni.

Quindi, se le cose stanno cosi' (io non conosco la reale situazione)
vorrebbe dire dal punto di vista normativo siamo gia' a posto e occorre
solo vigilare sull'attuazione?   chiedo per ignoranza

>
> Quello che realisticamente si potrebbe chiedere da subito è l'utilizzo
> di documenti e dati in formato aperto in modo tale da non costringere
> i cittadini all'uso di SW proprietario e per avere una maggiore
> trasparenza di cosa viene fatto all'interno delle istituzioni.
>

giusto, mi pare che su questo punto concordiamo tutti. La priorita'
principale e' forse questa. Ovvio che se anche qui ci fosse una norma
chiara a cui fare riferimento sarebbe piu' facile per me cittadino
qualunque scrivere al comune/anagrafe/ecc. dicendo che i loro documenti
violano la normativa vigente... anche in questo caso sono ignorante


Se gia' non esiste, si potrebbe pensare alla creazione di una paginetta
riassuntiva  delle varie normative da linkare poi nei  siti delle varie
associazioni che promuovono il FOSS.

> All'interno delle scuole la situazione è decisamente migliore, sia
> perché gli istituti nel tempo hanno sempre maggiore autonomia sui
> programmi, sia perché spesso ci sono i Lug a rompere le scatole :)
>

ok, diciamo che i casi di successo spesso dipendono anche dall'impegno
(spesso non pagato) dei singoli docenti "illuminati" e che fanno ancora
il loro lavor con passione... sarebbe bello che anche qui il tutto non
fosse lasciato all'intraprendenza personale, anche per passare sempre da
"quello-che-rompe-le-scatole-con-impress-che-non-legge-bene-i-files-powerpoint"
:)

> Come risparmi ottenuti si può avere una idea qui:
> http://www.lffl.org/2014/01/libreumbria-risparmiati-oltre-220000.html
>
> Come esempio di come si dovrebbe affrontare le cose si può leggere qui:
> http://www.fuss.bz.it/il-progetto-di-migrazione-software-libero
>

L'ultimo link non lo conoscevo, grazie della segnalazione. Sembra
abbiano fatto davvero un interessante lavoro e soprattutto hanno in
parte documentato le soluzioni. Mancano forse alcuni dettagli su come
hanno organizzato il tutto e sarebbe bello avere qualche feedback su
come, a distanza di qualche anno, la cosa procede, quali difficolta'
hanno incontrato (resistenze interne, esterne, problematiche
tecniche...) e come le hanno superate. Ma mi sembra gia' un'ottima
esperienza da portare come esempio.

La sensazione e' che spesso ci siano gia' "inflitrazioni" importanti del
FOSS e della cultura del software libero nella cosa pubblica (scuole in
primis) ma quello che manchi e' un coordinamento generale a livello
nazionale dove racchiudere tutte le esperienze, farle conoscere e
fornire linee guida a chi intende replicarle.

Il problema e' forse che, essendo tali esperienze lasciate al buon cuore
individuale, non e' facile tirarne fuori una direttiva omogenea e
replicabile, o una distribuzione ad-hoc per le scuole che vada bene per
tutti.

Ivan



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