La scuola da sempre vede entrare e uscire nuovi metodi, nuovi contenuti, nuovi principi educativi, spesso basati su scoperte delle neuroscienze.
Poi arrivano nuove scoperte, nuove idee e il "vecchio" viene sostituito dal "nuovo".
In questo momento il "nuovo" nella scuola italiana è rappresentato dal digitale, con tutte le sue declinazioni: coding, robotica educativa, elettronica educativa, cloud, flipped classroom, LIM, cultura Maker... e chi più ne ha più ne metta.
Non voglio addentrarmi nelle motivazioni: alcune sono ovvie ed evidenti, alcune sono pedagogicamente valide, alcune sono fumose e opportunistiche.
Come dici tu, un misto di sacro e profano.
Solo facendo e sperimentando potremo arrivare a selezionare buone pratiche educative e didattiche.
Chi non è del mestiere non può immaginare quante idee, progetti, sperimentazioni e finanziamenti per la didattica del digitale ci siano a livello MONDIALE.
L'interesse manifestato su internet e sui social è così forte, che anche i nostri legislatori, di solito bradipi nel recepire l'innovazione, hanno inserito tutto quello che elencavo nel PNSD e ci hanno investito pure un bel po' di milioni di euro!
In tutto questo universo digitale, per non perdere la bussola, il LUG ha fatto già tre scelte:
- lavorare sul coding
- utilizzare Scratch
- collaborare nella formazione dei docenti.
L'approccio del LUG al coding (e forse in futuro al coding+robotica) non è opportunistico.
Abbiamo ben chiaro al LUG che insegnare il coding per far entrare i giovani nel mondo del lavoro sminuisce il suo valore e le sue potenzialità.
Noi vogliamo utilizzare Scratch per:
- portarlo nella fascia d'età 8-13 per cui è stato pensato
- avvicinare studenti e insegnanti ad un uso creativo del digitale
- sviluppare il pensiero computazionale
- potenziare le competenze di problem solving.
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Non ci resta che iniziare a sperimentare... poi si vedrà.
Di sicuro non siamo soli! Migliaia di insegnanti nel mondo stanno già usando Scratch e lo raccontano sui social.
Roberta