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Re: [RiminiLUG-General] Inglese italian-style : cosa ne pensate?
On Sat, 21 Feb 2009 18:14:19 +0100
Ivan Tarozzi <ivan@xxxxxxxxxxxx> wrote:
> Alessandro Carichini ha scritto:
> > La tematica è interessante ma si presta a mille interpretazioni
> > differenti, ed ognuno può dire
> > tutto e il contrario di tutto.
> Sacrosanto, ma mi chiedevo se a livello di associazioni potremmo
> trovare uno standard comune.... poi ovvio che se uno sgarra o
> personalizza non è che gli si tagli la lingua :o)
>
Forse si potrebbe porre il problema a livello di Lug italiani
> > Come al solito dovrebbe prevalere il buon senso, è chiaro che se
> > parli con un anglofono
> > non puoi dire USA ma IU-ES-EI, se invece lo pronunci nella stessa
> > maniera anche
> > di fronte un italiano, puoi apparire un tantino esaltato una sorta
> > di "Uaz american boi".
> > Ho usato il tuo stesso acronimo per semplificare, perchè come al
> > solito ci sono delle
> > pronunce americane che sono entrate nel parlato quotidiano come ad
> > esempio FBI.
> Infatti per le sigle sono molto indeciso! Però fa buffo vedere che
> diciamo tutti EF-BI-AI e non SI-AI-EI per la CIA. E' tutta una
> questione di abitudine e spesso una ripetizione di quel che si sente
> in TV - tivu o tivi ? :o)
>
Concordo con entrambi, e io stesso non so come comportarmi, poiche' se
ripeto in ufficio che bisogna aggiornare il baios, non mi capisce
nessuno e mi sembra di fare l'americano... in fondo e' solo un
dannatissimo bios.
> > Per quanto riguarda i termini, andrebbero pronunciati nella lingua
> > madre, ma poi
> > che significa questo che lo si fa caricando la pronuncia come se
> > stessi veramente
> > parlando in inglese? [...]
> Bhe, ovvio che non si richiede di calcare la pronuncia, forse
> suonerebbe un po' fuori luogo. Però tra dire brauser e brouser
> (browser) forse meglio scegliere quella più vicino al vero.
Imho, per differenze appena percettibili (vedi browser) non credo la
pronuncia corretta possa generare troppi problemi.
> >
> > Un discorso diverso lo farei per i nomi, un conto è sbagliare la
> > pronuncia di un
> > termine e un altro è usare la propria fonetica per quei nomi
> > diciamo di fantasia.
> > "Gnome" l'ho sentito pronunciare in tanti modi diversi (anche da
> > americani) e io stesso
> > dico "Gnom" sia con la "g" di gatto e la "g" di gnomo, ma "noum"
> > quasi mai.
> Spesso questi nomi di fantasia però hanno un riscontro con termini
> reali (non a caso il logo spesso associato a Gnome è un'impronta ...)
> e per quel *poco* che so, in inglese non si legge mai il dittongo gn
> come in italiano...
> > Un altro esempio, chi dice mai codice "eski" anzichè ascii? Eppure
> > la pronuncia
> > corretta è la prima, anche se non capisco in base a cosa.
> Io ho imparato a dirlo *per necessità* (poi magari quella vocale che
> sta a metà strada tra la 'a' e la 'e' non viene sempre rispettata).
> Per qualche anno nello studio di ingegneria dove lavoravo tutti
> italianizzavano (asci). Poi al primo meeting con un gruppo di
> sviluppatori tedeschi per un progetto comune ho dovuto correggere la
> pronuncia se volevamo capirci. Poi magari il mio inglese rimaneva
> approssimativo, ma almeno le basi comune occorre averle.
> Idem la prima volta che andai a volare in un wind-tunnel vicino a
> Londra. Quando parlavo con il coach e gli chiedevo del tunnel proprio
> non capiva (per lui era il tan'l)
>
> > Sono comunque d'accordo con te sulle buone abitudini da tenere
> > anche se sarei
> > più flessibile sulle pronunce, specialmente quando si è in presenza
> > di nomi.
> Flessibilità prima di tutto anche per me.... ci mancherebbe! Solo che
> a volte, soprattutto se dobbiamo essere dei "divulgatori" il problema
> me lo pongo. Ma sempre senza essere degli integralisti :)
>
>
> Ivan
>
mz