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Re: [riminilug-general] registro elettronico, pa e software libero



Ringrazio tutti per le preziose considerazioni.

Ci tengo a ribadire che non ho mai sollevato dubbi riguardo all'integrità e alla serietà del prof. Albertini.
E neppure posso contestargli di usare soluzioni chiuse per il suo lavoro. Ognuno di noi ha un background tecnico che spende come più crede.
A maggior ragione se tali soluzioni funzionano bene, come dice Stefano. Non posso che esserne contento.

Il problema, lo ripeto l'ultima volta e poi non ci torno più, non è il prof. Albertini. Credo che tra accreditamento, interfacciamento con il SIDI, attività varie e di formazione debba essere giustamente retribuito. Lui è un professionista e fa il suo lavoro.

Da genitore (e da membro di un LUG, altrimenti forse non l'avrei notato) mi stupisce solo vedere un registro elettronico di una scuola  statale che pubblicizza in maniera così vistosa lo  studio professionale di chi ha realizzato il software  e contemporaneamente mi "costringa" ad accettare una licenza d'uso degna di Microsoft o Adobe :)

Contestualizzo questo mio disappunto con le battaglie che il movimento del software libero stà portando avanti per la liberazione delle P.A.dal software proprietario e teoricamente supportato da leggi dello Stato che non sempre vengono applicate fino in fondo (precedenza a software open source, ecc....)

Se la stessa soluzioni fosse rilasciata come software libero non avrei avuto molto da eccepire. Ma in questo caso sono i dirigenti e il MIUR che dovrebbero richiedere e imporre questi vincoli.
Contemporaneamente sarebbe giusto continuare a retribuire i professionisti per modifiche, formazione, percorsi di accreditamento ecc. Libero *non* significa "tutto gratis".

Ultima nota poi mi taccio :)
Roberta avanzava l'ipotesi che una licenza proprietaria possa essere necessaria per garantire sicurezza nei dati e protezioni.
Io non faccio il sistemista di mestiere quindi vorrei sentire il parere di altri più preparati di me, ma non mi risulta che queste cose siano in relazione.
Del resto grosse corporate usano software libero (server web, database, virtualizzazione, infrastrutture di rete) senza che questo comprometta la loro sicurezza; anzi c'è chi sostiene il contrario.
Quindi una cosa è riconoscere un compenso per un percorso di accreditamento che può richiedere tempo e risorse, altra cosa è affermare che senza "chiudere" la soluzione si corrono rischi per la sicurezza e l'integrità dei dati. Cosa ne pensate?

Ivan


On 02/10/2015 00:38, Gabriele Zappi wrote:
Stiamo parlando di Filippo Albertini, prof. di (se non sbaglio) Elettrotecnica all'ITIS ?
In questo caso, lo conosco. Ci uscivo insieme in una mia compagnia di amici in età universitaria, e in seguito ho avuto a che fare con lui per motivi di lavoro (ha creato anche non ricordo quale applicazione ad uso di Hera ..). 
Per quello che so di lui, è una persona aperta, e crede nel software libero, anche se come strumenti di sviluppo, un po' per scelta e un po' per necessità "di mercato", utilizza ambienti proprietari. 
Conoscendolo, posso affermare che è una persona semplice e al di là di tenere ai suoi interessi onde ottenere i giusti ricavi per la sua impresa professionale, oltre alle attività di insegnante, dubito che faccia parte di una "lobby" o qualcosa di simile atta a forzare le scuole o istituzioni analoghe ad adottare soluzioni chiuse, proprietarie o vincolanti .. Conoscendo il tipo, credo di poter spendere una parola a suo favore ed affermare che se ha previsto una soluzione software dove occorre pagare una licenza d'uso, probabilmente ha dovuto anche fare una scelta tra "la meno peggio" di quelle che aveva a disposizione o che poteva offrire. 
Ribadisco, non l'ho frequentato più da diversi anni, ma avendolo conosciuto come valori e principi, questo è quello che mi viene da pensare dopo aver letto le vostre riflessioni. Poi non so... le persone, col tempo, possono anche cambiare, naturalmente.

Gabriele



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Il giorno 1 ottobre 2015 22:50, Roberta Lombardi <robirimini@xxxxxxxxx> ha scritto:
Io so che il prof Albertini (che lavora part time all'ITIS e ha anche un'attività da libero professionista) aveva preparato il registro elettronico per l'ITIS. 
Poi è finito a proporlo anche ad altre istituzioni, ma credo che sia stato "invitato" a farlo da alcuni dirigenti, piuttosto che essersi proposto lui.
Quando più istituzioni hanno scelto il suo registro, qualcuno (i Dirigenti scolastici? l'ufficio scolastico provinciale? Albertini stesso?) si è mosso per ottenere uno sponsor ed è trovato nel consorzio di bonifica, forse uno degli enti più inutili presenti sul territorio.

Una delle cose basilari del registro è che deve comunicare con la piattaforma SIDI del Ministero della PI, che contiene tutti i dati degli alunni e del personale scolastico.
Le classi, i docenti, ecc. vengono caricati nel registro attraverso il SIDI e per far questo Albertini ha dovuto ottenere gli accreditamenti necessari presso il Ministero.

Non so cosa "vede" un genitore del registro elettronico.
Per un docente fondamentalmente ci sono: il registro della sua presenza a scuola, il registro delle presenze degli alunni e il registro personale del docente, con i voti, ecc.

Il più importante di tutti è il registro delle presenze degli alunni; ad esempio, un giudice che tratta una causa di affidamento di minori può chiedere un estratto delle presenze, per capire se un minore ha frequentato la scuola in un determinato periodo.

Quindi, sebbene sia improbabile che il registro venga hackerato, ha comunque la necessità di avere delle protezioni, delle certificazioni e degli accreditamenti presso il ministero.
Potrebbero essere questi i motivi per cui Albertini richiede una licenza d'uso? 


Per quanto mi riguarda, sono tre anni che la mia Dirigente mi manda ai corsi di Albertini sul registro elettronico, ma nella mia scuola non c'è la connessione a internet e quindi non l'ho mai usato, ma un po' lo conosco.
Quest'anno il registro è stato introdotto nella nostra scuola media.
So che sta creando parecchi problemi tra i prof e che i tre prof coordinatori si devono dare parecchio da fare.

Alcune mie colleghe che lavorano in altre istituzioni scolastiche, invece, lo usano da un paio d'anni e dicono che ha molto semplificato certe procedure.

La mia classe dovrebbe essere inserita sperimentalmente... ma non si sa quando!
Non avendo la connessione a scuola, è ovvio che dovrò utilizzare il registro con il mio smart o dal computer di casa.
Quando finalmente mi faranno partire potrò giudicare meglio e dire la mia.

Il giorno 1 ottobre 2015 16:47, Ivan Tarozzi <itarozzi@xxxxxxxxx> ha scritto:
Ciao Roberta,
grazie per la risposta. Sono molto interessato ad un parere anche da chi
queste cose le usa tutti i giorni, come voi insegnanti :)

On 01/10/2015 16:19, Roberta Lombardi wrote:
>
> Mi sono sempre chiesta anch'io perché il ministero non trovi una
> soluzione per tutti. Forse il problema è che hanno voluto favorire la
> lobby delle case editrici, alcune delle quali vendono anche registri
> elettronici.
>
...
>
> Riguardo al registro elettronico della scuola di tua figlia, posso
> dirti che è stato ideato dal prof. Albertini dell'ITIS di Rimini.
> Albertini offre il registro alle scuole in comodato d'uso gratuito e
> si fa pagare solo la formazione del personale docente e di segreteria.
> Quindi è un registro che costa meno di Argo, ad esempio.
> Lo stanno introducendo nella nostra scuola media.
> Al prossimo Consiglio d'istituto voglio chiedere quanto abbiamo speso
> in tutto e ti faccio sapere.
>

Già sapere che si tratta di un professore fa assumere alla vicenda un
aspetto leggermente diverso. Il problema è che tutti i link presenti nel
registro elettronico e nella relativa licenza d'uso rimandano ad un sito
di uno studio professionale e quindi questa cosa proprio non si capiva.

Anzi, entrando nel sito del registro (come genitore) si legge che per
utilizzare tale strumento si deve accettare la già citata licenza d'uso,
che tutto è tranne che libera e aperta :(  .... sembra di tornare ai
tempi in cui usavo windows e compagnia bella!

Quindi un'operazione trasparenza in questo senso andrebbe fatta: si
tratta di un'opera nata all'interno della scuola (e che quindi a mio
parere dovrebbe essere pubblica e aperta) o di un servizio fornito da un
professionista del settore che "casualmente" si trova anche a lavorare
nella scuola?

Però, ripeto, la mia non vuole essere una crociata contro un soggetto in
particolare, quanto piuttosto ad un sistema che mi pare sia ancora molto
lontano dalla tanto citata "buona scuola" e dalle  osannate Agende Digitali.

Poi magari viene fuori che quella era l'unica soluzione disponibile, che
il professore da te citato si fa in quattro per dare un servizio che
costerebbe molto di più (!?) e che tutto sommato (come spesso accade in
Italia) meglio iniziare da qualcosa piuttosto che non iniziare....

Non sono prevenuto e nemmeno estremista - ok, va bhe, un pochino sì :)
ma vedere tutte quelle clausole per usare uno strumento che la pubblica
amministrazione dovrebbe mettere al servizio del cittadino mi ha fatto
un po' cascare le braccia.

> Le scuole primarie e le scuole medie che lo hanno usato per prime
> hanno lavorato parecchio con Albertini per personalizzare il registro,
> adattandolo ad esigenze diverse da quelle delle scuole superiori.
>
> Il server o i server utilizzati  sono stati donati, se non sbaglio,
> dal consorzio di bonifica e utilizzano la banda larga della rete
> regionale chiamata "Lepida".
>
>

Ho visto infatti che il registrant del sito è il Consorzio di Bonifica.
Quindi se si tratta di una donazione di un servizio dobbiamo certamente
ringraziarli.

Per quello che riguarda l'utilizzo di strumenti e formati non aperti per
dati della P.A. rimangono tutti i dubbi già detti in più occasioni....
ma purtroppo non è certo l'unico caso e tanta strada c'è ancora da fare!

Ivan


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